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Vai al Paradiso di "Poggialberi"
Agriturismo Poggialberi

 

 

 

Viaggio in Libia (2006)

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Nota: alcune foto *** con asterisco saranno inserite successivamente.

Il viaggio si è svolto, prevalentemente in fuoristrada, dal 20 al 29 gennaio 2006.
Tuttavia comincerò il diario dal 19, il giorno antecedente la partenza.
Avevamo organizzato questo viaggio con due amici di Arezzo, e per non fare nomi con Adriana e Saverio. Avrebbero dormito a casa nostra a Roma per poi partire assieme l'indomani mattina.
Al pomeriggio, come previsto, i nostri eroi arrivano a Roma ma... Adriana è dolorante. Diagnosi: colecistite. Considerando che sono due medici (e nonostante la mala sanità italiana alla quale io non credo, almeno come generalizzazione), alla loro diagnosi c'è proprio da crederci e siamo preoccupati per la partenza di domani. Comunque carichiamo la macchina con i bagagli per essere pronti domattina presto. Adriana per precauzione non viene a cena con noi (dai miei consuoceri).
Speriamo bene...

Il viaggio è stato effettuato con il Tour operator "Mistral" che si è avvalso della organizzazione libica di Alway
Costo pp del viaggio ca Euro 2000 + 50 per mance obbligatorie
Il viaggio è veramente tutto compreso.
Da aggiungere, se volete fotografare o filamare alcuni siti, Euro 5 (foto) o 10 (telecamera)..
Tra i consigli più utili: portatevi la torcia elettrica (nei campi la luce viene tolta a mezzanotte). Non serve invece la borraccia non solo perchè nel nostro viaggio faceva freddo ma perchè l'acqua per bere vi accompagna in abbondanza in tutte le escursioni. La federa rimane facoltativa (è inclusa nei consigli per il primo pernottamento in quanto l'Hotel non dà tutte le garanzie igieniche. Noi l'abbiamo usata soltanto perchè l'avevamo portata.Attenzione ci hanno detto che quest'anno il freddo era eccezionale. Può darsi, ma in questo periodo penso che un piumotto di una certa consistenza sia necessario, ed anche un bel golf pesante di lana accollato. Naturalmente tutto questo non vale per l'estate in quanto non dovreste dormire in una tenda a 3.8°C come abbiamo fatto noi.
Borsoni più che valige. Le rotelle possono essere di aiuto ma soprattutto limitate la quantità delle cose portate al seguito.
Nonostante quello che leggerete in seguito portate qualche biro: potreste far felice un bambino.Regalatela però solo se non richiesta e se ve lo sentite per simpatia e non perchè pensiate ne abbiano bisogno. Non è così perchè qui l'istruzione è totalmente gratuita.
.

20/01/2006 Venerdì
Sveglia alle 5 e .. Adriana non è in grado di partire. Sconcerto .... ed altro. Li lasciamo a casa, (dopo avere scaricato i loro bagagli). Ritorneranno ingloriosamente ad Arezzo . Lasciamo l'auto al Parkingo di Fiumicino. La navetta ci porta all'imbarco.
Al chek in ci fanno storie perchè non abbiamo ancora il visto per la Libia (ce lo daranno a Milano dove si deve cambiare aereo). Poi tutto si risolve dopo una telefonata da parte del responsabile del chek in a Malpensa.
Partenza in orario. Tempo bellissimo e vista ottima sull'Italia. A Milano ci imbarchiamo sul A-319 Isola di Ponza anche questa volta in orario. Dopo un ottimo volo (si vede la Corsica ma poi nuvole fino a Tripoli) sbarchiamo a Tripoli (18°C e tempo variabile). In attesa dell'aereo per Sebha la nostra M. organizza un giro per Tripoli vecchia. Arco di Marco Aurelio, unico reperto archeologico della vecchia Oea, un delle tre "polis" (= Tripoli) più importanti della Tripoloitania antica assieme a Leptis e Sabratha. Il gruppo mi piace ma .. si vedrà. Mi sono trovato pr il fumo con "Michele" ed anzi abbiamo provato il narghilè (veramente lo ha fumato tutto lui)
Alle 20.30 si parte per Sebha. Aereo vecchiotto e un pò di turbolenze: Meno di 1 ora ed atterriamo. Hotel Fezzan, modesto (ma ci dicono il migliore della città). Ci danno datteri (molto migliori di quelli ai quali siamo abituati) al nostro arrivo: Anche la camera è modesta ma soprattutto carente di manutenzione è il bagno. Comunque non abbiamo problemi per dormire e lo facciamo ottimamente.

Dalla nostra guida libica:
"Il nostro deserto è ricco sotto come è povero sopra" (a proposito del petrolio)
" Il nostro turismo è iniziato 5 anni fa, prima non ci interessava" (a proposito dell'embargo di cui però non ha fatto cenno)

Abbiamo saputo che:
L'Italia è il maggiore dei paesi che inviano turisti, seguita dalla Francia. Tutti gli altri seguono lontani. In effetti sull'aereo libico gli italiani erano la maggioranza (se non la totalità) dei turisti presenti. Eravamo tre gruppi per un totale di oltre 30 persone.

Incredibile o quasi ma ieri a Sebha è piovuto molto ed anche al nostro arrivo pioviggina.

21/01/2006 Sabato
Alle 8.30 si parte con fuoristrada (Toyota vecchiotti) alla volta di Oubari e Akakus. Sebha è uno degli avamposti per andare in deserto.Ci attendono 450 Km di strada in buona parte asfaltata. Sosta a Oubari per acquisto di shash **, stoffa lunga e stretta di cotone per coprire il capo e la bocca dalla sabbia del deserto. Ne occorrono circa 3,5 m per le donne e circa 4 m per gli uomini. Bei colori. 3 pezze per 10 dinari.
Finalmente nel pomeriggio si lascia l'asfalto per entrare nella pista del deserto dell'Akakus. Straordiuanrio: prima deserto pietroso (sassi di arenaria rosa
ricoperti di patina nera a causa dell'escursione termica). Molto suggestivo. Poi tra le pietre inizia la sabbia ocra e dune che spuntano qua e là. Su una più alta saliamo in molti per foto e divertimento.
Il cielo intanto si è fatto azzurro e quindi il contrasto è stupendo. Verso le 18.30 si arriva al campo tendato situato in bellissima posizione, al centro di un anfiteatro di sabbia e rocce. OK.
Alle 8 cena e poi a nanna.

Se non avete voglia di proseguire cliccate qui per tornare ad inizio pagina e quindi al menu.
MA VI CONSIGLIO, PRIMA, di dare uno sguardo qui sotto........
Questo è Poggialberi. Non un Agriturismo ma il posto ideale per rilassarsi dopo un viaggio o dove recarsi per fare mare soggiornando in una tipica Fattoria Toscana. Se vuoi maggiori informazioni clicca sulla fotografia e ti troverai in un vero Paradiso. Per la natura ma anche e soprattutto per l'accoglienza genuina e familiare caratteristica della gente di maremma.

Cosa si intende per "guida turistica" ?
Sembra che il concetto di G.T. sia diverso tra noi e i libici. Il nostro "stagista" che viaggia nel nostro fuoristrada (se non abbiamo male interpretato) sembra che intenda per G.T. colui che "accompagna" il gruppo "fa strada" "decide itinerarrio" ecc. E' il Tour Leader che invece deve "illustrare" i siti. Al contrario per noi è "guida" colui che illustra anche perchè essendo del posto ha le maggiori conoscenze. Il T.L. invece ha il compito di "soddisfare" le esigenze del gruppo, dirimere eventuali controversie o risolvere eventuali problemi.
E come viene detto per le riunioni condominiali: "Dopo ampia ed approfondita discussione", per perorare la nostra opinione abbiamo fatto il caso di "M." nostro T.L. che, se fosse giusto il concetto libico, dovrebbe conoscere vita morte e miracoli di mezzo mondo in quanto accompagna gruppi in mezzo mondo. Nel nostro caso sopperisce ( e bene) alla guida libica che infatti si limita a qualche indicazione superficiale di ciò che stiamo visitando e per lo più si preoccupa di sollecitare il gruppo a rripartire se la sosta si allunga oltre il previsto.
Comunque va detto che abbiamo incontrato una "guida" (alla italiana) che accompagnava 2 italiani e quindi....
Morale: dalla nostra esperienza stare attenti alla scelta della guida oppure munitevi di ogni possibile "guida" scritta e acculturatevi preventivamente.

22/01/2005 Domenica
Partenza per l'Akakus. Quasi subito il paesaggio si fa interessante: Dune di color ocra sulle quali gli autisti si divertono a farci vedere come si insabbiano le auto Giornata splendida con temperatura bassa fino a tarda mattinata.
Dopo le dune il paesaggio diviene sassoso con creste di rocce interessanti. A sx vediamo una catena di dune molto alte: è il Ouan Kasa, una catena di oltre 100 km che termina nel deserto di Oubari. Classiche foto.
Si prosegue per altri 150 Km per arrivare al Wadi Teshuinat, dove ci sono siti dei dipinti (non incisioni) rupestri. Si scende varie volte x ammirare le pitture, sempre in paesaggi di bellezza incredibile. Sabbia sempre di colore ocra molto intenso e rocce scure sotto il cielo blù. Pranzo pic-nic. Foto. Se ne vorrebbero fare a ripetizione. Sono già andati 2 rullini da 36 pose.
Rientro al campo attraverso un'altra pista e la luce del pomeriggio fa sembrare tutto più bello. Si marcia su sabbia incontaminata ** e poi ci attende una'altra magniufica sosta presso una duna del Wadi tin Ghligga. **Arrivo alle 18.30 al campo.
Partita di pallone tra autisti e turisti. I turisti hanno la peggio: infortunio (strappo?) a uno di noi. Cena alle 20 e dopo cena attorno al fuoco all'aperto (e fa freddo, non poco).

I salari in Libia:
insegnante anche scuole superiori :150-200 Dinari mese
artigiano (non statale) 500 dinari
alto funzionario statale in missione nel deserto 500 dinar

Un pachetto di sigarette libiche da 1.5 a 2 dinari (ma una stecca 7-8 dinari) **
Le Malboro da 2 (a tripoli) a 2.5 dinari

23/01/2006 Lunedì
Oggi si parte alle 9. Ci attendono solo 80 Km di pista per gironzolare per l'Akakus. Più precisamente ci si dirige al Wadi Auis. Siamo sempre nella regione del Fezzan ma qui il deserto ci mostra un altro aspetto. Prevalentemente sassoso, con formazioni rocciose dalle forme + svariate e fantasiose. Archi e colonne bellissime . Molti dipinti su roccia risalenti a vari periodi dall'8000 A:C.( e forse prima) fino al D.C.. Raffigurazioni di animali, carri, scene di caccia, matrimoni ***e buoi, giraffe ed altri animali innumerevoli.
Pranzo pic-nic con apparecchiatura su tavolata con panche: Insalate varie, tonno, sardine, uova sode, fagioli, fave, patate lesse, carote, ceci formaggio.
Nel pomeriggio per tornare al campo si continua il percorso circolare, con soste per ammirare il colore delle dune di sabbia al tramonto.
Alle 18 rientro.
Le tende stasera sono più calde (= meno fredde) in quanto il sole è stato più caldo (ma la sabbia non si è scaldata) Si annuncia cena araba e dopo cena pane di Martin (del Niger) cotto nella sabbia.

"De bello Auti" (da "autus, auti" che vuol dire fuoristrada)
Premessa: il giorno 22 abbiamo avuto un conducente "timido" nel senso che non era incline allo "scherzo" come in genere è il carattere degli altri conducenti. Soprattutto ad un certo punto (avendo imbarcato una tanica di benzina) ci ha chiesto di non fumare anche se l'auto era stata "organizzata" per fumatori. (Credo che oltre la benzina abbia contribuito anche il fatto che a Lui desse noia il fumo...). Al rientro al campo i 3 fumatori (Michele, lo stagista Mahmud Malik, ed io non eravamo proprio contenti per cui al mattino dopo ci è stato assegnato un altro fuoristrada ed altro conducente. Tutta un'altra pasta.... tant'è che lo chiamo "cavallo pazzo", noto eroe anche del selvaggio West. Stamane però i vecchi "clienti" di "cavallo pazzo" (una simpatica famiglia di padre, infortunatosi, madre e figlio amante degli animali) hanno reclamato e noi un po' "malandrini" abbiamo risposto che era cambiata l'auto per fumatori.
Lei, la moglie (Anna), un po' "malandrina" anche Lei ha immediatamente fatto presente che anche suo marito fumava (anche se non mi pare di averlo visto mai con una sigaretta) e quindi avendo già "occupato premeditamente" l'auto di "cavallo pazzo" si è ben guardata da scendere e di lasciarsela sfuggire nonostante l'intervento, credo, del capo carovana o di Mahmud. Alla fine abbiamo avuto l'Ok a fumare nella nostra vecchia auto con il conducente "cavallo timido".
E' ovvio che il fumo, in questo caso, era solo una scusa per ambedue gli "eserciti": Il vero motivo del contendere era qiuello di avere un conducente sprint.
Morale: Esistono due tipi di conducenti (anche se tutti ottimi guidatori): quielli "lenti" e quelli "rock". Il viaggio è bello ma auguro di avere conducenti "rock": allora è il massimo,
Giustamente la famigliola con la moglie un po' malandrina continua ad avere il conducente "rock" e noi, un po' malandrini, il conducente "lento".

La guerra è finita. Andate in pace.

24/01/2006 Martedì
Oggi si lascia il campo dell'Akakus. Peccato! Si torna per un po' verso la civiltà (... !). Cioè ci si dirige verso Awinat dove c'è la strada asfaltata che va ad Oubari (e poi prosegue per Sebha). Il tempo è splendido e fa un po' meno freddo di ieri.
Il rimpianto per aver lasciato la bellissima zona dell'Akakus è mitigato dall'incontro con una carovana di Tuareg con cammelli. Provengono da una vicina "fattoria" , Emozione e tante foto ( anche in questo caso senza richiesta di obolo ed anzi con molta disponibilità. Qualcuno dà comunque loro qualcosa).
Si prosegue in questa tappa di trasferimento naturalmente un po' monotona. Ci fermiamo per rifornimento nella stessa stazione di servizio dell'andata. C'è un bar che fa parte di un piccolo residence con locali a forma di capanna. I Tuareg, dall'altro lato della strada mettono giù le loro mercanzie ed io acquisto la solita tartaruga per Dani ed un anello d'argento a forma di tucul. Ancora strada asfaltata fino ad Oubari dove compro altra stoffa (per Adriana, la "poverina" tornata a casa per attacco di colecisti e di cui per ora non ho notizie)..
Proseguiamo fino a Germa e quindi altri 5 Km di pista fino al nostro secondo campo. Posizione stupenda, dune a 365 gradi. Sabbia finissima color ocra. Saliamo su una di queste faticosamente per goderci il tramonto ma purtroppo alcune nuvole maligne lo rendono non eccezionale.E poi fa freddo. Cena e poi canti locali e nostri sotto la tenda "sala hobby" con il solito Nigerino che ci prepara ...... non ricordo che cosa, forse un thè. Anche lui spera come Martin uin qualche acquisto da parte del gruppo.
Alle 10.30 a letto ben coperti dai soliti piumini che rendono meno terrificante il notevole freddo ambientale.

De parvulo mosquito
Anche le mosce libiche, pioccole e girandolone, sono discrete. Si affannano molto a girarti attorno. Quando ci si ferma per il pic-nic, specialmente se al sole, ti assaltano: Ti si posano sul naso, sulla fronte. Ti danzano davanti agli occhi. Ti ronzano vicino ai timpani. Qualcuna più audace tenderebbe a baciarti sulla bocca. Ma poi si ritira.
Però mi è sembrato di notare che rare volte si vanno a posare sul cibo. Qualcuna che è atterrata sui miei piatti (si potrebbe dire che si è appiattita) lo ha fatto ai margini del cibo. Ma rispetto al numero di mosche presenti si può dire che si è trattato di eccezioni.
Forse non apprezzano il cibo che passa l'organizzazione Mistral oppure più che discrete sono sceme.

25/01/2006 Mercoledì
Il tramonto non bello di ieri sera ( mi hanno fatto salire fino in Paradiso. Ho trascinato i miei ... anta Kg. Ho sbuffato ed ansimato. Stravolto mi sono preparato alle riprese di prammatica e poi questo sole di Gheddafi mi ha tradito. A proposito sembra che per l'eclisse di marzo la Libia chiedesse 300 Euro per il visto, somma ridimensionata successivamente. Ma bravi questi libici ! Stanno imparando in fretta le nostre abitudini...) ci ha propinato nuvole, non spesse ma tali da coprire il sole.
Oggi partiamo alla volta del Wadi Mathandoush. 4 ore di viaggio dapprima su strada poco interessante, dissestata e per di + senza (o quasi) sole. Finalmente si arriva al sito delle incisioni rupestri. Sono poste su una parete di sassi sconnessi (effetti del famoso terremoto?) al lato del letto di un fiume oggi quasi completamente asciutto ma pieno d'acqua solo alcune settimane fa.
Certamente le incisioni sono una testimonianza interessante. Giraffe, tori , gazzelle, leopardi, scene di caccia, e perfino struzzi che ci dicono cosa fosse allora questo deserto. Soprattutto 1) grande elefante in Galghein.*** Misure di 2 m in altezza e lungo oltre i 2 m. Ma a vederlo dal basso non appare così grande. E' in posizione di attacco e questo è significativo per queste incisioni che rappresentano il movimento che non appare invece nei dipinti rupestri dell'Akakus 2) Due gatti mammone in lotta per un pesce .*** Il gatto mammone è ovviamente una specie estinta, sinile al gatto selvatico o forse ad un felino tipo leopardo. E' una incisione ben visibile e ben fatta. 3) Coccodrillo con "cucciolo" .*** Testimonianza anche questa molto interessante in quanto ci dice che circa 10.000-12.000 anni fa la Libia era palude, divenuta poi foresta e che tra il 6.000 ed il 2.000 A.cC. si è tramutata in deserto.
Gita molto interessante ma a mio (ed anche di Andrea) parere un po' troppo lunga. (credo che il parere di Amina sia influenzato anche dal fatto che in questo sito, ci hanno detto, si possono trovare le vipere cornute).
Rientro al campo x vedere l'ultimo tramonto nel deserto (ma sempre nuvolaglia).

La popolazione ed i Tuareg.
Alcuni (e sono io) dicono che la popolazione libica ha una dignità non riscontrata in altri paesi arabi. Non i nugoli di ragazzini affamati di penne biro, bob-bon, aspirina o giornali illustrati. Non la frotta di personaggi che ti vogliono vendere di tutto e di più (a proposito siamo stati invitati a non dare nulla ai ragazzini per evitare di .. abituarli). Al massimo un discreto "Martin" (del Niger) che in una tenda ( comodato d'uso da parte di Alway in cambio del te ai turisti) espone i soliti braccialetti, anelli, tagliacarte, borselli, orecchini ecc. per venderteli, è ovvio, ma senza "importeli" e che ti offre infatti il te (è il Tea maker del campo) in ogni occasione e che alla fine si esibisce nella preparazione del pane dalla "A" (farina, H2O) alla "Z" ( cottura per 10 minuti per parte sotto la sabbia con sovrastante brace). La cosa curiosa è che nel pane, forse non proprio adatto al nostro gusto, non si ritrova neppure un granello di sabbia!. Martin fa anche i "saldi" quando al mattino dell'ultimo giorno si è in procinto di lasciare il campo. Da notizie assunte dalle donne i prezzi si aggirano tra il 30 ed il 50% della iniziale richiesta. Ma se gli date il 90% (non 100% perchè forse non si divertirebbe) lo merita perchè è un simpatico.
Anche quando facciamo sosta nei villaggi al confine con il deserto dove (ad esempio) abbiamo acquistato le stoffe non ho assistito a nessun "assalto" al turista, ma al massimo a qualche timido tentativo di "avanzata".
Anche i Tuareg non sono da meno. Quando siamo arrivati in un loro villaggio (genuino) c'è stata solo qualche "informazione" che avrebbero potuto venderci qualcosa. Questi Tuareg sono "civilizzati", "conoscono il mondo", e sanno che il turista li vuole fotografare. Ma non chiedono nulla in cambio di un clik ed anzi si prestano a farsi fotografare con noi. Hanno perfino un fuoristrada sgangherato che i nostri autisti, con gesto simpatico, si sono prestati a riparare per un cuscinetto o una balestra rotti. Bel gesto di cameratismo abche perchè credo anch'io come detto da M. che per loro quell'auto è "la vita".
Questo dicono alcuni (e sono io).
Per contro altri (e sono ancora io) dicono "aspetta qualche tempo e riparliamone: Dai vicini si prendono presto le brutte abitudini".
Chi verrà vedrà.

26/01/2006 Giovedì
Ahimè! Ultimo giorno nel deserto. Tempo meraviglioso. Freddino 4°C. La gita di oggi si preannuncia però stupenda ed infatti si inizia subito benissimo.
Erg Oubari: grandi dune. Scivolate in macchina. Su e giù x le dune. Foto a non finire. Vorrei non finisse mai questo spettacolo (avevamo fatto qualcosa del genere in Tunisia ma qui è molto più forte!). Gli autisti molto esperti e gentili si fermano appena vedono armeggiare con le macchine fotografiche.
Si arriva al primo lago Mahfou. Emozione inimmaginabile. Acqua blu cobalto, cielo terso azzurro, palme e sabbia. Meraviglia della natura!
Si prosegue per il secondo lago sempre con evoluzioni delle auto su per le dune. Lago Gabroun= tomba di Oun. ** Infatti sulla duna di fronte, a metà altezza c'è una bandierina che indica il luogo dove è sepolto Oun, uomo pio (marabutto) che amava moltissimo questo luogo. Questo lago pur essendo simile all'altro è più grande e molto diverso per il colore: Questo è verde smeraldo da un lato e blu dall'altro lato. In questo luogo le donne che qui vivevano pescavano piccoli crostacei ("vermi" da cui il nome di popolo dei "dauda = Vermi) mentre gli uomini ricavavano il sale, dal momento che questi laghi sono di acqua salmastra e calda. Forse acqua fossile che riaffiora dalla profondità per il fatto che qui una volta c'era una palude marina. Circa 20 ani fa il governo ha costruito per loro case in città e così il villaggio è abbandonato ma anche divenuto meta turistica Anche questo lago è molto bello e suggestivo soprattutto guardandolo dall'alto della duna.
Si arriva poi al terzo lago Umm el ma (madre dell'acqua) Anche per arrivare qui di nuovo dune ed acrobazie dei conducenti. Un trionfo di emozioni. Il lago è forse il più bello. E' quello che si vede più spesso nei depliants turistici . E' più grande degli altri ma comunque incantevole (..... Nonostante "cavallo pazzo"!) Qui si trova amche il solito mercatino dei Tuareg, ma i prezzi sono pazzeschi (relativamente).
E qui purtroppo siamo alla fine del più bello perchè il quarto lago (Mandara) è quasi totalmente prosciugato e quindi non dà le stesse emozioni degli altri. Siamo quasi alla fine dell'Erg Oubari.
Il cuore resta qui ma purtroppo il viaggio impone di lasciare questi posti. Il pranzo questa volta non è a pic-nic ma in un bar ristorante vero e proprio. Si mangia al coperto. Poi strada asfaltata fino a Sheba con breve sosta in un piccolo zoo con animali del deserto, quelli che non abbiamo visto dal vivo ad esclusione delle procavie, piccoli animali simili a marmotte che avevamo visto nell'Akakus. (C'è anche la vipera cornuta ed il cobra ma Amina fa ... l'indifferente e non li guarda). Cena a Sheba e volo per Tripoli con un A320 della Nouvelair.

Il matrimonio.
No non sitratta di una disquisizione su una delle più famose pitture rupestri che abbiamo visto e quindi, se volete, saltate pure al giorno 27.
Io, comunque, vado avanti.
Quindi salvo errori, omissioni e cattive interpretazioni credo che le cose (per quanto riguarda gli usi e costumi nella celebrazione del matrimonio tra libici) stiano più o meno così:
- La conoscenza tra i due futuri sposi è in genere superficiale, nel senso che possono stare assieme al massimo 2/3 ore al giorno. Niente viaggi assieme ecc ecc.
- Il matrimonio è solo civile. La religione non c'entra. E' un vero e proprio contratto "consacrato" da un funzionario dello stato che viene fatto intervenire appositamente.
- Tutte le spese, compreso l'abito della sposa (anche la biancheria intima) vengono fatte dallo sposo (ma chi la sceglie specie quella intima?)
- Anche la casa, i mobili, il rinfresco ecc. sono a carico dello sposo.
- La sposa non porta nemmeno una dote e dal momento del matrimonio è a totale carico del marito.
- Il padre della sposa è quindi il + contento di tutti.
- Nel contratto viene stabilito quanto il marito dovrà dare alla moglie in caso che la voglia lasciare (è sufficiente ripeta "Ti ripudio, ti ripudio, ti ripudio" di fronte al finzionario statale). Non solo, ma in caso di figli il padre deve dare alla moglie gli alimenti per i figli fino al compimento dei 121 anni, dopodichè i figli passano al marito (E i figli che ne pensano?)
- se invece (ma il caso è rarissimo) è la moglie che lascia il marito, questi la fa ricercare dalla polizia e, nel caso che la moglie perduri nella sua decisione, deve rinunciare a quanto previsto nel contratto di matrimonio in caso di separazione.
Non ho chiarito, in questo caso che fine fanno i figli.
Avrò compreso bene? Help me.

La borsa di acqua calda
Tutto il mondo è paese. Anche qui le stagioni, dicono, non sono più quelle di una volta.
In effetti (lo avrà già scritto Amina) nel deserto abbiamo patito il freddo: Non soltanto il freddo "notturno" del deserto come ci insegnano le guide stampate. Ma il freddo vero, anche diurno. In tenda qualcuno ha misurato 3.8°C mentre fuori, alle 8 del mattino, c'erano poco più di 2 gradi.
Tutti siamo rimasti spiazzati ed ognuno di noi ha cercato di "arrangiarsi" come meglio poteva e credeva. Molti hanno dormito semivestiti. Io mi sono ritrovato a fare la parte del salame tra due piumini (molto efficienti per la verità) che facevano la parte di due fette di pane.
Ma sicuramente il sistema più fantasioso è stato quello di una compagna di viaggio che data una bottiglia di acqua minerale, bevutone il contenuto, l'ha trasformata in una borsa d'acqua calda riempendola opportunamente prima di portarsela a letto.
Questo pezzetto lo dedico a tutti coloro, più nemici che amici, che avendo saputo che saremmo venuti in Libia ci hanno detto in Italia: "Beati voi che ve ne andate al caldo!"

27/01/2006 Venerdì
Oggi siamo nella civiltà. Visita al museo di Tripoli, restaurato ed inaugurato da circa 10 anni. E' discreto. Pochi reperti. La guida libica (non la nostra che ci ha accompagnato nel viaggio) è molto erudita, un po' piena di sè e forse indottrinata. Come un nostro 68ino ? Ha l'età giusta. Comunque è molto esauriente e questo è l'importante.
Alle 11 si parte per Sabratha. Prima pranzo in un locale sulla strada. Acquistiamo datteri alla non modica cifra di Euro 5/Kg; sono però di una qualità fantastica non trovabile in Italia. Si entra nel sito archeologico. Prima visita al teatro con mare sullo sfondo. Molto affascinante ma poi la guida ci dice che la vera storia del restauro (fatto da Guidi che per fare effetto su Mussolini che doveva venire in visita lo ha praticamente rovinato. Lui lo sapeva ma a quei tempi era necessario "obbedire") Tutto rifatto e rifatto male, un falso storico insomma. Il cemento dilaga. Sapere tutto ciò ti toglie parte dell'ammirazione per il sito che comunque è molto bello , così di fronte al mare che è di un azzurro profondo ***. Alla fine della visita c'è un piccolo museo interessante.
Si rientra a Tripoli verso le 18 e subito con Michele (il nostro compagno di viaggio fumatore, scapolo e innamorato) andiamo in taxi a visitare la "moschea del fredoo", cioè un "suk" dove si acquistano solo stoffe, coperte e mobili. Ci accompagna Mahmud Malik, col quale ormai siamo in amicizia.
Acquistiamo 20 m di stoffa (alta 3) per tende x l'agriturismo che stiamo costruendo con soli 50 euro. Pacco piuttosto pesante e non so come lo porteremo in aereo: Ricerca spasmodica di profumi per Michele (oggi venerdì per loro è come domenica per noi). Riusciamo a far sorridere anche Michele che trova quello che desidera. Ci riuniamo al gruppo per la cena (Ristorante "le vele") e quindi un po' a chiacchierare nella hall dell'hotel. Nel frattempo avevamo salutato Mahmud che era restato con noi oltre quanto dovuto per accompagnarci al suk.. Lo aspettiamo in Italia dove è sua intenzione venire forse nel 2007 per approfondire la sua conoscenza dell'italiano. Vuole infatti insegnare all'università. fare l'accompagnatore dei gruppi è solo un lavoro transitorio. A mezzanotte nanna.

Liscio come l'olio!
Premessa: il nostro conducente nel deserto ho già detto che era un "placido Don". Ho anche detto della sua timidezza (è anche molto giovane).
Ogni giorno cercavo di "svegliarlo" e le provavo tutte per farlo almeno sorridere. Premesso quanto sopra, a titolo di esempio, l'altro giorno (25/1) alla ripartenza dal pranzo dovevamo riattraversare subito quella pietraia con sassi .. allo sbaraglio: Quindi era impossibile non saltellare continuamente. Prima di ripartire gli ho fatto segno con la mano di andare "liscio come l'olio!" Il mio gesto era già eloquente ma sicuramenyte ha compreso la battuta dopo la spiegazione di Mahmud. Mi sembra abbia sorriso e poi ... nulla.
Il sorriso, se c'è stato, era di circostanza e d'altra parte non potevo aspettarmi altro data la stupidità della battuta.
Passono circa 4 ore e stiamo per arrivare al campo: Dobbiamo lasciare l'asfalto per inerpicarci per le solite dune. Sulla strada un cartello, grosso come una casa, indica la deviazione per il campo. Il capoconvoglio lo ignora. Va avanti ancora un po' e cerca un altro passaggio. Lo trova. Svolta a sinistra. Un ragazzino ci saluta. Un vecchietto (mi pare) o un villico, poco più avanti, fa segni al capoconvoglio che ci precede. Sembra dire che di là non si passa. Forse è casa sua o forse "non sfonda" o forse più avanti ci sono i marziani cattivi.
Le opinioni al riguardo sono diverse anche se insisto con M. (sempre portata, giustamente ma forse anche un po' troppo, a sminuire i problemi anche quelli poco importanti) nel credere che si trattasse di casa sua.
In ogni caso dietro front. Il capoconvoglio anzichè tornare sull'asfalto per dare retta al cartello grande come la casa, svolta prima sulla destra, poi ancora a dx e poi a sx e .... ci ritroviamo come ... in un campo minato.
Non un vero campo minato ma un terreno irto di pietre, queste si aguzze e fitte. Piango pensando alle gomme ed alle sospensioni. Altro che le pietre di questa mattina!
Dopo circa 3/4 minuti di marcia a ...circa 1 Km/h ci si ferma: Il capoconvoglio credo si stia grattando il capo. Continuare o ritornare?
Ma ecco !!!! Cavallo pazzo ci supera e continua. E tutti dietro a lui (una delle auto per la verità era tornata all'asfalto ed aveva ripreso la pista regolare).
A questo punto tocco un braccio Sermel (il conducente "placido don" con la minuscola), lo guardo, gli ammicco e poi gli faccio il solito gesto della mattina: "liscio come l'olio!". Non c'è bisogno di Mahmud questa volta: ride di gusto.

28/01/2006 Sabato
Oggi compleanno di Dani. Sms di auguri e risposta da Perugia dove è andata con amici, St+Lau compresi.
Giornata da dedicare a Leptis Magna. Tempo ottimo, sole e un po' d'aria fresca. Arriviamo dopo 1 ora e mezza alle rovine vicino al mare. Sito molto grande ed interessante, molto più di Sabratha.
Guida ottima. Il sito è stato restaurato da Guidi, questa volta in modo ottimale. Non aveva pressioni dal regime!
Arco di Settimio Severo (nato qui) e poi terme di Adriano . Ninfeo e strada colonnata di 400 m fino al mare. (poche le colonne superstiti... le altre sono in Francia).
La basilica Forense (iniziata da Settimio ma terminata dal figlio Caracalla nel 206 A.c. e dove si possono ammirare le colonne con sculture a tutto tondo con descrizione di Ercole da un lato e di Bacco dall'altro .
Il mercato (erano 2 strutture ottagonali esterne e circolari all'interno) ma rimesse in sito separatamente.
Il teatro Questo teatro è il più antico dell'Impero dopo quello di Marcello a RM. Le colonne del proscenio (giustamente in un solo ordine al contrario di Sabratha a tre ordini) si stagliano contro il blu del mare retrostante, non essendoci quel muro ... della vergogna (ma di contenimento) che ha il testro di Sabratha.
Andiano a pranzo e dopo visita al museo. Abbastanza nuovo con rampa elicoidale che porta al piano superiore e l'immancabile gigantografia di Gheddafi all'ingresso. Quindi in bus si va a vedere l'anfiteatro ricavato in una vecchia cava di pietra e per questo appare interrato.. Conteneva 16.000 spettatori ed ospitava spettacoli di gladiatori. Ora è tutto una rovina (terremoto).
Si rientra in albergo (5 stella di Stato) verso le 7. Le camere sono ok ma manca la manutenzione. Si preparano le valige.
Il ristorante, dove andiamo a cenare, è bello e abbastanza di classe. Il cibo è buono (a base di pesce) con chorba, antipasti self service, macedonia e thè. Incontro con attori russi che, incuranti degli usi locali, suonano, cantano e ballano. Soprattutto bellissime ragazze e allegria.
A nanna dopo che rientrati in albergo abbiamo assistito in TV a Milan-Samp (1-1 che condanna il Milan)

Spiccioli

Benzina 15 cts a litro (9 cts di Euro circa !!!)
Cambio 100 euro = 162.5 D
Estrazione petrolio anni fà 1.600.000 barili/g. Oggi attorno a 3.000.000
Il calendario mussulmano inizia nel 622 D.C. (anno della cacciata di Maometto dalla Mecca=Egira)

Il gruppo si è mostrato ottimo. Non ci sono stati intoppi ed è stato ben condotto da M. E poi ..... (alla Greggio) sono amici.....
Unico inconveniente lo sciopero in Italia dell'Alitalia e la neve che hanno complicato, non poco, il rientro in Italia della famiglia con moglie nalandrina in quanto il loro viaggio era più breve di 2gg non includendo la sosta a Tripoli-

29/01/2006 Domenica
Anche questa volta siamo giunti alla fine del viaggio. Partiamo alla 15. In mattinata shopping a Tripoli accompagnati per un po' da M. e dal poliziotto, Poi ci lasciano al Suk. Io riesco a comprare i due orologi con G. (23D) e due sottopentola in paglia.
Poi con A., separandoci dal gruppo, facciamo una veloce passeggiata sulla strada principale, per la Piazza Verde **(un tempo piazza Italia e poi piazza dei Martiri ). Poi verso l'ambasciata italiana per fare riprese ad uso Serena. Alla partenza in bus per l'aereoporto, cortesemente l'autista ci fa passare davanti l'ambasciata italiana che riprendo con la telecamera sempre ad uso Serena
In aeroporto breve attesa ed imbarco alle 15.30 su un A319 dell'Alitalia nuovissimo .
Lasciamo il sole, sia pur velato, dei tropici per andare incontro alla pioggia annunciata a Roma.

 

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